martedì 8 aprile 2014

Lavoro domestico irregolare: sanzioni da 1.500 a 12.000 € per colf e badante non dichiarate all'INPS


Il datore di lavoro ha l’obbligo di comunicare l’assunzione del lavoratore domestico; in caso di mancata iscrizione di quest’ultimo all’INPS, infatti, il datore può incorrere in sanzioni che vanno dai 1.500 ai 12.000 euro. Va sottolineato che queste sanzioni si applicano anche nel caso in cui non venga comunicata la trasformazione o la cessazione del rapporto di lavoro.
Sono previste sanzioni anche se non sono rispettati i termini di scadenza per il versamento dei contributi: il versamento tardivo dei contributi comporta per legge l'applicazione al datore di lavoro di sanzioni pecuniarie da parte dell'Inps, al tasso vigente alla data di pagamento o di calcolo (attualmente pari al 6,50% in base annua) e per un massimo del 40% sull’importo dovuto nel trimestre o sulla cifra residua da pagare.
ATTENZIONE - Questo tasso d’interesse si applica soltanto se il datore di lavoro effettua spontaneamente il versamento entro 12 mesi dal termine stabilito per il pagamento dei contributi, prima di contestazioni o richieste da parte di Inps, Inail e Ispettorato del lavoro. Se questo termine non viene rispettato si ricade nel caso dell’evasione contributiva, sanzionata con un’aliquota del 30% in base annua sull’importo evaso nel trimestre.
Nonostante la predisposizione di questo sistema di ammende, con sanzioni pecuniarie importanti, in Italia l’irregolarità nei rapporti di lavoro domestico è molto diffusa, come conferma l’ultima ricerca pubblicata dal CENSIS a maggio 2013. Secondo l’Istituto di ricerca i lavoratori domestici non in regola sarebbero il 27,7% (1 lavoratore su 4), con una percentuale maggiore degli italiani rispetto ai collaboratori familiari di origine straniera (rispettivamente 53,1% e 20,2%).