martedì 29 aprile 2014

CONGEDO MATRIMONIALE PER COLF E BADANTI


Cosa succede se il vostro assistente familiare si sposa? A tutti i lavoratori domestici spetta, in caso di matrimonio, un congedo retribuito di 15 giorni e un compenso sostitutivo del vitto e dell'alloggio. Inoltre, secondo l'articolo 23 comma 4 del CCNL del lavoro domestico, il lavoratore può scegliere di fruire del congedo matrimoniale anche non in coincidenza con l'effettiva data del suo matrimonio.


Tuttavia, questo periodo di permesso ha una "scadenza"; deve, infatti, essere usato al massimo entro un anno dalla celebrazione del matrimonio. Il datore di lavoro dovrà corrispondere la retribuzione del congedo matrimoniale solo una volta che il collaboratore avrà presentato la documentazione che prova l'avvenuta celebrazione del matrimonio.
Attenzione: la mancata fruizione del congedo matrimoniale a causa della risoluzione del rapporto di lavoro per iniziativa del lavoratore domestico, non comporterà alcun diritto alla relativa indennità sostitutiva.

mercoledì 23 aprile 2014

GUIDA PRATICA PER IL DATORE DI LAVORO DOMESTICO a cura dell'Avv.Massimo De Luca - BUFFETTI Editore



Gentile lettrice e lettore,

con piacere vi comunico che è stato pubblicato su tutto il territorio nazionale, il secondo manuale giuridico sul lavoro domestico, BUFFETTI Editore: GUIDA PRATICA PER IL DATORE DI LAVORO DOMESTICO.

La Guida è dedicata alle famiglie e ai singoli datori di lavoro, che si affacciano per la prima volta al mondo del diritto del lavoro nei panni datoriali. Il testo rappresenta uno strumento di consultazione completo e intuitivo, indispensabile per chi deve assumere un lavoratore domestico: colf, badanti, baby-sitter, assistenti familiari.



Il Manuale guida - anche chi non è esperto della materia - alla gestione del rapporto di lavoro, dall'assunzione alla risoluzione:
 inquadramento;
 retribuzione;
 aspetti contributivi;
 ferie, straordinari, assenze tutelate;
 calcolo del TFR.

Il taglio estremamente pratico e l'uso di esempi di compilazione e di calcolo, fanno del testo uno strumento unico, studiato per rendere il datore di lavoro autonomo nella gestione dei collaboratori domestici.

Buona lettura!!

giovedì 17 aprile 2014

Il certificato anti-pedofilia non vale per colf, badanti e babysitter



Il 6 aprile è entrato in vigore, con decreto legislativo n. 39 del 4 marzo 2014, l'obbligo del certificato penale per chi lavora con i minori. Si tratta di un documento prodotto dal Tribunale della Procura delle Repubblica che certifica l’assenza di condanne per reati sessuali, appunto, contro i minori. A pochi giorni dall’entrata in vigore di questo decreto il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha diramato una circolare che chiarisce, senza lasciar spazio a dubbi, la non applicabilità del provvedimento al settore del lavoro domestico. Riportiamo di seguito il passaggio della circolare riguardante i lavoratori domestici:


martedì 8 aprile 2014

Lavoro domestico irregolare: sanzioni da 1.500 a 12.000 € per colf e badante non dichiarate all'INPS


Il datore di lavoro ha l’obbligo di comunicare l’assunzione del lavoratore domestico; in caso di mancata iscrizione di quest’ultimo all’INPS, infatti, il datore può incorrere in sanzioni che vanno dai 1.500 ai 12.000 euro. Va sottolineato che queste sanzioni si applicano anche nel caso in cui non venga comunicata la trasformazione o la cessazione del rapporto di lavoro.
Sono previste sanzioni anche se non sono rispettati i termini di scadenza per il versamento dei contributi: il versamento tardivo dei contributi comporta per legge l'applicazione al datore di lavoro di sanzioni pecuniarie da parte dell'Inps, al tasso vigente alla data di pagamento o di calcolo (attualmente pari al 6,50% in base annua) e per un massimo del 40% sull’importo dovuto nel trimestre o sulla cifra residua da pagare.
ATTENZIONE - Questo tasso d’interesse si applica soltanto se il datore di lavoro effettua spontaneamente il versamento entro 12 mesi dal termine stabilito per il pagamento dei contributi, prima di contestazioni o richieste da parte di Inps, Inail e Ispettorato del lavoro. Se questo termine non viene rispettato si ricade nel caso dell’evasione contributiva, sanzionata con un’aliquota del 30% in base annua sull’importo evaso nel trimestre.
Nonostante la predisposizione di questo sistema di ammende, con sanzioni pecuniarie importanti, in Italia l’irregolarità nei rapporti di lavoro domestico è molto diffusa, come conferma l’ultima ricerca pubblicata dal CENSIS a maggio 2013. Secondo l’Istituto di ricerca i lavoratori domestici non in regola sarebbero il 27,7% (1 lavoratore su 4), con una percentuale maggiore degli italiani rispetto ai collaboratori familiari di origine straniera (rispettivamente 53,1% e 20,2%).